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MALEDETTI VI AMERÒ Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 5 febbraio 1981
 
di Marco Tullio Giordana, con Flavio Bucci, Micaela Pignatelli (Italia, 1980)
 
Il regista Marco Tullio Giordana
Un ex sessantottino ritorna in Italia dopo un soggiorno di cinque o sei anni nell'America Latina: gli ex compagni si sono imborghesiti, trionfano i paradisi effimeri della droga e quelli, non meno tremendi, delle brigate rosse.

Primo premio a Locarno, e notevole successo di incassi nell'autunno cinematografico italiano, (altrimenti piuttosto avaro di soddisfazioni), è piuttosto comprensibile che l'opera prima di questo cineasta milanese abbia sollevato reazioni contrastanti. Visto di testa, infatti, MALEDETTI VI AMERO' (un titolo bellissimo, una volta tanto) irrita alquanto. Piace però al cuore, o, se preferite, ai sensi.

Visto razionalmente, o magari con l'occhio del militante deluso, personaggi e avvenimenti del film ispirano indifferenza o rabbia, a seconda della misura nella quale siete stati a suo tempo coinvolti nei fatti in questione. Non è facile trovare considerazioni così affrettate e contraddittorie, qualcuno avrà detto sicuramente reazionarie, su certi aspetti della vita politica e sociale che ci hanno accompagnati si può dire quotidianamente, negli ultimi vent'anni. Rimane il fatto che, queste banalità Giordana le dice spesso con grazia e talento. E al cinema, ma non soltanto al cinema, sappiamo quanto prezioso sia il modo "come" si dica qualcosa.

Diciamo innanzitutto che Giordana sembra avere ereditato quel modo inconfondibile, tipico della commedia italiana, di legare la notazione comica al tragico quotidiano. Di gelare la risata sulle labbra, per trasformarla in smorfia. Non sempre tutto gli riesce alla perfezione (ma non sarebbe chiedere troppo, ad un esordiente?), come nel finale drammatico, che assomiglia troppo ad una dimostrazione di comodo, appiccicata un po' approssimativamente. Ma la risata serve a Giordana per scavare nella realtà, non importa se spesso un po' a vanvera; mai per strappare l'applauso.

Rivelatrice la sua posizione verso gli attori; a cominciare dal protagonista: tutti si sentono legati, quasi intimamente, col regista. Giocano sugli stessi temi, e si comprende che stanno tutti sulla medesima barca. Strizzato un occhio al cinefilo, con le sequenze di Louise Brooks e non soltanto quelle, Giordana fotografa, monta, musica (da Gerry Mulligan ad Astor Piazzolla, a Schubert) con un piacere ed una facilità che si percepiscono a distanza.


   Il film in Internet (Google)

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